Potenza, questi lavoratori pronti ad incatenarsi ai cancelli: “Dobbiamo elemosinare lo stipendio ogni mese”! Ecco la denuncia

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa di FIM-CISL e UILM sulla vertenza dei lavoratori Giuzio.

Ecco quanto annunciato:

“Domani mattina, a partire dalle ore 9:00, la rappresentanza sindacale dei lavoratori della Giuzio, si incatenerà, fisicamente, ai cancelli dell’Acquedotto Lucano a causa dell’assoluta mancanza di rispetto sociale nei confronti dei lavoratori della Giuzio, azienda che opera per conto dell’Acquedotto Lucano nelle aree industriali della Provincia di Potenza.

Gli stessi ogni mese, da anni, sono costretti ad elemosinare lo stipendio che gli spetta di diritto, a fronte del lavoro quotidiano da loro esplicato con abnegazione e professionalità, e che consente ancora a questa regione di garantire le attività produttive.

La legge regionale, tanto discussa per mesi all’interno del Consiglio Regionale e che ha determinato il passaggio delle attività della gestione delle acque industriali dall’Asi all’Acquedotto Lucano, avrebbe potuto essere davvero la svolta per dare una risposta seria e concreta ai lavoratori della Giuzio, visto che da anni il Consorzio Asi, nel proprio dissesto, non riusciva a garantire mensilmente il canone che consentiva alla Giuzio di pagare gli stipendi.

Il calvario purtroppo non è terminato visto che da quando le attività sono passate ad Acquedotto Lucano la condizione è la medesima, ovvero ogni mese bisogna chiamare e pregare affinché vengano pagati gli stipendi ai lavoratori.

Quindi nulla di diverso rispetto al passato, in cui i lavoratori, oltre che vittime di questo sciacallaggio sociale, economico, industriale, vivono anche la strumentalizzazione della loro disperazione, utilizzata ad hoc per il raggiungimento di fini aziendali.

È semplice fare gli imprenditori sventolando il mancato pagamento del canone attraverso cui si giustifica il mancato rispetto delle norme contrattuali, a partire dagli stipendi.

Questa vertenza è la fotografia del marciume di questa Regione, dove gli impegni, gli accordi e soprattutto il rispetto non hanno nessun valore perché di questo parliamo, in quanto i lavoratori della Giuzio non solo elemosinano tutti i mesi lo stipendio ma ad oggi ancora vantano due mensilità, Gennaio e Febbraio 2021.

Siamo stanchi, i lavoratori sono stanchi e domani, nostro malgrado, dovremo mettere in campo azioni che non appartengono ad una democrazia, perché arrivare ad incatenarsi ai cancelli, per rivendicare un diritto basilare, quello dello stipendio, dovrebbe far riflettere tutti: non abbiamo grandi speranze nella riflessione di costoro, perché negli anni hanno dimostrato disprezzo per la vita delle persone.

Chiediamo all’Acquedotto Lucano, da un lato, di rispettare gli impegni e dunque il pagamento del canone, dall’altro di revocare la commessa perché è troppo semplice continuare con questo sistema ombroso che ha poco di imprenditorialità e che invece ha solo mancato di rispetto ai lavoratori”.