RISCHIO IDROGEOLOGICO IN BASILICATA: POTENZA È TRA I POCHI COMUNI VIRTUOSI CHE HA FATTO…

 

I 131 Comuni della Basilicata sono tutti a rischio idrogeologico: è il dato allarmante emerso dal dossier di Legambiente Ecosistema Rischio 2016.

L’indagine sulle attività nelle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico, realizzata sulla base delle risposte fornite dalle amministrazioni locali al questionario inviato ai Comuni, dice che 60 Comuni, ovvero 45,8% del totale, sono a rischio frana, 2 Comuni, ovvero l’1,5% a rischio idraulico, e 69 (52,7%) a pericolosità frana e idraulica.

La città di Potenza rientra tra i 4 Comuni che hanno strutture sensibili e/o commerciali e/o ricettive in aree a rischio.

Ma la Città rientra anche tra i 12 i Comuni (48%) che hanno effettuato manutenzione ordinaria di sponde e opere di difesa idraulica nell’ultimo anno, ed è tra i 19 che hanno effettuato opere di mitigazione.

Dunque per le attività di prevenzione, il capoluogo di regione risulta efficiente mentre lo è un po’ meno per quanto riguarda le azioni di monitoraggio e di allerta nel sistema locale di protezione civile.

Al questionario fornito da Legambiente hanno risposto solo 25 comuni su 131, risultati essere i 25 comuni virtuosi per aver attivato dei sistemi di prevenzione.

Alessandro Ferri, presidente di Legambiente Basilicata, ha affermato:

“In una regione a rischio idrogeologico è inaccettabile che non si abbiano dati di ben 106 Comuni.

Un merito, in questo senso, a Potenza, tra i soli 12 capoluoghi che hanno risposto al questionario in tutta Italia.

È evidente l’urgenza di avviare una seria politica di mitigazione del rischio che sappia tutelare il suolo e i corsi d’acqua e ridurre i pericoli a cui sono quotidianamente esposti i cittadini.

La prevenzione deve divenire la priorità per il nostro Paese, tanto più in un contesto in cui sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in atto.

Per essere efficace però, l’attività di prevenzione deve prevedere un approccio complessivo, che sappia tenere insieme le politiche urbanistiche, una diversa pianificazione dell’uso del suolo, una crescente attenzione alla conoscenza delle zone a rischio, la realizzazione di interventi pianificati su scala di bacino, l’organizzazione dei sistemi locali di protezione civile e la crescita di consapevolezza da parte dei cittadini”.