LA PROVINCIA DI POTENZA, DOPO IL SERVIZIO DELLE IENE, SI PRONUNCIA SULLA QUESTIONE ‘DI BELLO’

A seguito del servizio sul petrolio in Basilicata e l’intervista a Giuseppe Di Bello andato in onda Domenica 17 Aprile su Italia 1 realizzato dalla trasmissione televisiva “Le Iene” arriva la risposta dalla Provincia di Potenza.

Riportiamo integralmente la precisazione del Direttore Generale dell’Ente, dopo aver ascoltato il Comandante della Polizia provinciale:

“La Provincia di Potenza non ha sospeso preventivamente il ten. Giuseppe Di Bello, ma a seguito del provvedimento emesso dall’autorità giudiziaria, notificato all’interessato il 25 maggio 2010, ha provveduto, in data 27 maggio 2010, alla “sospensione cautelare dal servizio” dello stesso, per la durata di due mesi, ai sensi dell’art 5 del CCNL 11-04-2008 comparto Regioni ed Autonomie locali. L’Amministrazione ha applicato dunque una “misura cautelare interdittiva” (artt. 289 e ss. C.p.p.), la quale è stata richiesta dalla Procura della Repubblica e concessa con Ordinanza del Tribunale di Potenza ( sez.G.I.P. n.24/10), ed ha avviato, quindi, il procedimento disciplinare ai sensi delle norme di legge.

Trascorsi i due mesi, durante i quali il dipendente Di Bello ha comunque percepito quanto nel caso specifico è previsto dal CCNL (un’indennità pari al 50% della retribuzione base mensile, la retribuzione individuale di anzianità, ove acquisita, e gli assegni del nucleo familiare, con esclusione di ogni compenso accessorio) ed a seguito dell’ordinanza con cui il Gip dichiarava la perdita di efficacia della predetta misura cautelare, l’amministrazione ha riammesso tempestivamente il dipendente Di Bello in servizio, in data 26 luglio 2010, ripristinandogli l’intera retribuzione mensile.

A tutela della posizione economica e lavorativa del dipendente, l’azione disciplinare – che avrebbe potuto comportare la sua sospensione dal servizio, senza stipendio – è stata interrotta in attesa della sentenza definitiva, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza. Sempre per consentire il mantenimento in servizio del lavoratore con relativo stipendio, il procedimento disciplinare è rimasto sospeso anche dopo le condanne nei primi due gradi di giudizio e lo è tutt’ora nelle more della pronuncia definitiva dell’autorità giudiziaria.

La sentenza della Corte di Cassazione ha infatti annullato la sentenza della Corte di appello di Potenza, ma non ha assolto Di Bello, rinviando la decisione finale alla Corte di Appello di Salerno.

L’Ufficio per i procedimenti disciplinari della Provincia di Potenza, pertanto, non ha ancora assunto alcun provvedimento a carico del lavoratore.

L’assegnazione temporanea di Di Bello presso il Museo provinciale è avvenuta in piena condivisione con l’interessato e con la rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), di cui all’epoca faceva parte. Si è trattato di un percorso condiviso, teso a contemperare la garanzia stipendiale e la tutela del lavoratore assoggettato a procedimento penale con le esigenze dell’amministrazione, relative alla necessità di completare la riorganizzazione dei servizi museali, compreso quello di vigilanza.

L’attuale compito cui egli è assegnato non costituisce affatto un “demansionamento”, dal momento che Di Bello assolve alle  mansioni previste per il suo profilo professionale quale tenente del corpo della Polizia Provinciale ed ha percepito, e tutt’ora percepisce, le indennità previste dal ruolo e dalla funzione al pari di tutti gli altri agenti e sottoufficiali del servizio”.

Dunque stando a queste dichiarazioni il tenente Di Bello per indossare nuovamente la divisa dovrà attendere l’iter burocratico della giustizia.